La CISLMEDICI, coadiuvata da ALFA-LEGAL, ha predisposto uno studio ed una proposta di riforma della Legge 24/2017 in modo tale da consentire un’effettiva “schermatura” dei medici che produca il circolo virtuoso cui abbiamo accennato attraverso una mera responsabilità civile – anche ex art. 2043 cod. civ. – indiretta del singolo medico cui faccia fronte in prima battura lo Stato italiano e/o l’Azienda territoriale e/o Ospedaliera con appositi fondi ad hoc creati.La suddetta proposta di riforma si è resa necessaria in quanto, secondo i dati esposti dal giornale “la Repubblica” nel giugno del 2019, sulla base dei rilievi svolti dall’Associazione dei Chirurghi Ospedalieri, ogni anno, in Italia si aprono 35.600 nuove azioni legali, mentre ne giacciono 300 mila nei tribunali contro medici e strutture sanitarie pubbliche. Cause che, nella maggior parte dei casi, si traducono in un nulla di fatto, considerando che il 95% nel penale e il 70% nel civile si concludono con il proscioglimento e la reiezione della domanda attorea. E’ noto che la risposta, altrettanto errata, a questo stato di cose è la così detta medicina “difensiva”: ossia il profluvio di esami ed accertamenti diagnostici, spesso inutili, dietro a cui il medico è costretto a schermarsi per evitare di incappare in azioni legali, sovente fantasiose, che lo terranno in scacco per anni prima di concludersi, quasi sempre, con il suo esonero da responsabilità. Tutto ciò ha un costo elevatissimo per le casse statali e per il bilancio del SSN. Nel 2013, al tempo della Commissione parlamentare sugli errori in campo sanitario, si stimava la medicina “difensiva” in almeno 10 miliardi di euro annui; una cifra pari al 10 per cento della spesa totale per la sanità e allo 0,75% del Prodotto Interno Lordo. Nonostante i tentativi di riforma della responsabilità professionale medica (Legge “Balduzzi” / Legge “Gelli-Bianco”), i numeri, dal 2013, sono cresciuti ancora: il capitolo costi, che va sotto il nome di medicina difensiva, secondo i dati raccolti nel 2018, si aggira attorno ad 1 miliardo di euro al mese, 1.543 euro a persona l’anno, per l’esattezza 11,87 mld ogni anno (fonte: La Repubblica del 9 giugno 2019 e report Associazione Chirurghi Ospedalieri). La drammatica crisi causata dall’epidemia da COVID-19 di questi ultimi mesi ci ha implacabilmente rivelato come di urgenti investimenti la Sanità italiana abbia bisogno, anche in quelle Regioni che sembravano rappresentare l’eccellenza del sistema. Non solo per salvaguardare al meglio il diritto alla salute, per come sancito dall’art. 32 della Costituzione, ma anche per salvaguardare l’economia del Paese che, come si è drammaticamente constatato, si blocca se il SSN stenta a reggere.
Legge 24/2017: proposta di riforma
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