Il consulente finanziario indipendente, o autonomo, è un professionista (anche in forma societaria) che presta la propria attività di consulenza finanziaria FEE-ONLY, è remunerato a parcella solo dal proprio cliente e non può, per legge ed eticamente, ricevere alcun compenso da intermediari quali banche, SGR, SIM o compagnie di assicurazione.
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Nel mondo della Finanza, la vendita di un prodotto implica il trasferimento al cliente del rischio e della relativa commissione: più è alto il livello di rischio (che spesso non riflette la reale ed effettiva propensione al rischio dell’investitore), maggiori sono le provvigioni incassate dall’operatore economico-finanziario che ha collocato il prodotto sul mercato.
Spesso accade che gli investitori non abbiano una adeguata preparazione che consenta loro di comprendere i prodotti presenti all’interno del loro portafoglio, non avendo quindi piena consapevolezza del rischio insito negli investimenti.
Il consulente indipendente non svolge attività di vendita e collocamento di prodotti per banche e società di gestione del risparmio (SGR, SIM, ecc.) e pertanto, in virtù della sua indipendenza, le operazioni consigliate vengono svolte direttamente dal cliente supportato dal professionista, dopo una attenta e approfondita analisi del mercato finanziario, degli investimenti e dei prodotti migliori, al solo scopo di mantenere il corretto livello di rischio per l’investitore.
Ad ulteriore garanzia dell’investitore, la normativa europea ha imposto regole più rigide, anche grazie all’istituzione dell’Albo dei consulenti puri, vigilati dall’OcF (Organismo di vigilanza e tenuta albo unico dei Consulenti Finanziari) e soggetto a sua volta al controllo della CONSOB.
Il consulente indipendente deve presentare requisiti di onorabilità e nessun legame con banche, fondi, assicurazioni, e viene pagato esclusivamente a parcella.
Altresì la normativa MIFID II ha ulteriormente imposto la profilatura del cliente – al fine di valutare correttamente l’esperienza e la conoscenza degli strumenti finanziari e la propensione al rischio legato all’investimento – oltre ad una maggiore trasparenza sulla rendicontazione dei costi e sulla remunerazione dei vari servizi, compresa la consulenza.
In Italia, attualmente, i consulenti finanziari indipendenti sono poco più di 300, ma non è esclusa una crescita esponenziale del numero indicato nel momento in cui l’investitore prenderà coscienza del conflitto di interessi intrinseco all’attività di consulenza e scelta dei prodotti del mercato finanziario in capo alle banche, ai fondi, alle SGR e alle società di assicurazione.
Come nel film The Wolf of Wall Street, “Vedete cosa ha fatto, ha creato un bisogno, fategli credere che hanno bisogno di quelle azioni…Regola numero uno: spostare i soldi dalle tasche del tuo cliente per metterli nelle tue”.